“Siamo una grande pancia, una società di molecole costruttrici di immaginari, generatrici di opere d’arte fragili, micro mondi di di zine, a volte fotocopiate o dalle tecniche di stampa più raffinate. Ma non creiamo solo con le immagini, abbiamo suonato le arpe eoliche e e acceso fuochi nei territori al margine delle città. Abbiamo raccolto storie canzoni e visioni. Abbiamo visto deserti e montagne e città multilivello. Entità ribelli in biciclette riciclate e astronavi scassate ai margini della galassia.
Abbiamo visto e conosciamo con chiarezza che la distruzione prende il via dalla terra e dalle foreste. Uno sterminio contro gli inermi che il capitale determina con freddezza, calcolo e brutalità. Il virus è un effetto collaterale, non il primo non l’ultimo, di uno stato di cose che continua a produrre altre forme di annientamento di ogni biomassa.”